Un nuovo tipo di antivirus. Extraterrestri???

E' comparso sul sito Le scienze.it un articolo che espone la teoria di alcuni ricercatori che ritengono sia possibile prevenite un virus diffondendo agenti immunitari su collegamenti-scorciatoie presenti nella rete.

Secondo un team di esperti dell'Università di Tel Aviv, in Israele, i virus informatici più pericolosi potrebbero essere sconfitti da un software "immunitario" che si diffonde più in fretta di loro. I ricercatori propongono di istituire una rete di scorciatoie attraverso internet riservate esclusivamente ai programmi antivirus, consentendo loro di proteggere i computer prima ancora che arrivi un virus.

Eran Shir e colleghi hanno cominciato a sviluppare questa idea nel 2003, quando il famigerato worm Blaster si diffuse attraverso internet. "Gli antivirus convenzionali - ricorda Shir - non erano in grado di competere con la velocità della sua diffusione".

I software antivirus mirano ad arrestare gli attacchi ai computer sani e di ripulire quelli già infetti. Gli sviluppatori lavorano costantemente per individuare nuovi virus e per costruire le 'patch' da distribuire agli utenti, possibilmente prima che vengano raggiunti dal virus. Ma questa strategia fa sì che i virus siano sempre un passo avanti, e che a volte trascorrano giorni fra la diffusione del virus e l'arrivo della patch.

"Le compagnie di software - spiega Shir - concepiscono internet soltanto come un sistema di spedizione, mentre il nostro obiettivo è quello di renderlo un vero e proprio sistema immunitario. Vogliamo immunizzare la rete nel suo insieme, e non solo i singoli computer". Per far questo, è necessario distribuire l'immunità usando le stesse tecniche di diffusione dei virus.

Shir e colleghi hanno immaginato un sistema nel quale alcuni computer fungono da "esca", in attesa dei virus. Questi computer identificano il virus e inviano la sua "firma" in giro per internet, consentendo a tutti gli altri computer della rete di prendere provvedimenti prima ancora di essere attaccati.

Il trucco è quello di assicurarsi che la "firma" antivirale viaggi più rapidamente del virus stesso. "è necessario - spiega Shir - costruire collegamenti che possano essere usati soltanto dagli agenti immunitari". Alcune simulazioni dimostrano che sarebbe sufficiente un numero sorprendentemente piccolo di computer "esca". Lo studio è stato presentato sulla rivista "Nature Physics".

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